Perché tua figlia o tuo figlio si comporta male, continua a darti fastidio, ti provoca e cerca di fartela pagare per tutto?
Ne parlo nella puntata 154 di Crescere Con Tuo Figlio
Perché tuo figlio si comporta male
I bambini comunicano con il loro linguaggio e il loro linguaggio è 20% parole e 80% comportamento. Questo rende difficile la comprensione perché dipende da come interpretiamo il loro comportamento, che può essere ambiguo. Quando tuo figlio di comporta male, ci sono due ostacoli principali:
- ti fermi a interpretare il comportamento superficiale
- attribuisci ai comportamenti dei bambini motivazioni adultocentriche (cioè, fa quello “contro di me”)
In entrambi i casi ci perdiamo la REALE comunicazione del bambino e rispondiamo alle cose sbagliate. In questo modo il bisogno del bambino non viene visto e il bambino si ritrova costretto a ripetere o alzare il volume della sua comunicazione (quindi del comportamento) per tentare nuovamente di essere compreso.
Vale per il pianto dei bambini di 1 anno, per i capricci di quello di 6 o per le provocazioni di quello di 14.
Ecco una metafora che può aiutarti a capire:
Immagina di trovarti alle poste, in banca, in comune o qualsiasi servizio pubblico dove c’è uno sportello con un vetro che separa noi e lo sportellista. Uno di quelli dove c’è una piccola fessura o un microfono.
Stai lì e l’operatore non ti guarda, continua a fare altro. Allora dici ‘buongiorno’ ma niente. ‘Scusi’ ma c’è solo uno sguardo di sfuggita. Allora un po’, innervosito, bussi al vetro. L’operatore alza la testa di colpo e ci dice “allora, non è consentito toccare il vetro, faccia un passo indietro”. Tu rispondi “sì ma non posso stare qui tutto il giorno” e l’altro reagisce dicendo “senta, o già tante cose da fare, non ci si metta pure lei a rovinarmi questa giornata”.
Come ti sentiresti? Se dopo 5 minuti fossi ancora lì ad aspettare, busseresti di nuovo? Magari più forte?
Ecco immaginate che quando tuo figlio si comporta male, sia come voi in quel momento. Lui prova a comunicare (con i suoi strumenti) e i suoi genitori stanno attenti solo al 1) comportamento superficiale e 2) interpretano il loro comportamento come qualcosa contro di loro.
Come Francesca e Vittorio hanno capito la figlia
Quando ho iniziato a lavorare con Francesca e Vittorio, il modo in cui descrivevano il comportamento della loro figlia era questo:
- fa così perché ce la vuole far pagare
- Queste qui
- la trasforma in arma contro di noi
- continua a darmi fastidio
- egoista
- vuole comandare
- vuole solo attirare l’attenzione
- questa è de coccio
Chiaramente questo creava lo scenario per dei conflitti continui.
Una delle cose su cui abbiamo lavorato è stato provare a vedere i bisogni dietro i comportamenti del figlio, che tanto li facevano arrabbiare.
Ecco in realtà come funziona.
- Il comportamento dei bambini è solo una finestra sui loro bisogni. Serve dedicare curiosità e attenzione alle loro motivazioni e bisogni e rispondere a quelle. Se lo sportellista avesse risposto “scusi lo so che la sto facendo aspettare, sono da lei tra un minuto. Le chiedo cortesemente di non toccare il vetro perché è vitato per motivi di sicurezza. Intanto compili questo documento.” la vostra reazione sarebbe stata molto diversa. Questo perché non si è fermato al comportamento superficiale, ma ai bisogni che c’erano dietro. Poi ha ANCHE messo una regola sul comportamento, che probabilmente sarà più ascoltato che nel primo caso.
- Anche quando un figlio si comporta male, il suo comportamento è mosso dalle sue motivazioni. Possono essere futili, semplici, insignificanti, ma solo loro e magari per loro sono importanti. Non fate l’errore di interpretare i loro comportamenti come qualcosa contro di voi. Certo, probabilmente si stanno rivolgendo a voi (siete i loro genitori!) ma non attribuitevi la causa dei loro comportamenti. Altrimenti 1) rischiate di arrabbiarvi ancora di più, perché vi sentite attaccati e andrete sulla difensiva e 2) il vostro intervento sarà orientato a difendervi e non a rispondere al loro bisogno, o almeno a fargli capire che lo vedete. A volta può bastare un “lo so che volevi tanto giocare ancora un po’, ma è arrivata l’ora di andare a casa”. Non è necessario che soddisfiate ogni loro bisogno, ma almeno vederli è fondamentale, per evitare che vostro figlio debba alzare il volume del suo comportamento per farvi capire che non lo state capendo.
Nel giro di qualche incontro, entrambi hanno iniziato a vedere diversamente i suoi comportamenti e tentare di rispondere ai suoi bisogni che coglievano e non ai comportamenti o alla loro percezione di essere attaccati.
Soprattutto il papà, Vittorio, si è accorto che aveva dei preconcetti che gli impedivano di rispondere alla reale questione. Risolti questi è cambiato tutto: è riuscito ad arrabbiarsi molto molto meno, a risolvere più velocemente i momenti difficili, a rinforzare la relazione col figlio.
Nel giro di pochi mesi, partendo da questo cambiamento e lavorando su altri aspetti, quello che era un campo di guerra si è trasformata in una casa serena, dove le crisi si affrontano e risolvono velocemente e dove il figlio non ha più bisogno di comportarsi male per essere visto dai genitori.
Anche tu vuoi raggiungere questi risultati?
Se questi risultati sono ciò che desideri per la tua vita e per quella dei tuoi figli, fai come Francesca e Vittorio e contattami per richiedere una Chiamata conoscitiva gratuita di 30 minuti.
Insieme capiremo se possiamo essere una buona squadra di lavoro e ti darò tutti i dettagli per decidere in autonomia se il mio Percorso è quello che ti serve in questo momento!
⚠️Seguo solo 4 persone al mese, e i posti finiscono molto presto.
Senti che è arrivata l’ora di passare dalle Urla agli Abbracci? Vai su https://giovanniarico.it/chiamata e compila il form!