Giovanni Aricò, 13 Ott, 2020

Arrabbiarsi con i figli senza perdere il controllo #080

Può capitare a tutti di arrabbiarsi e di litigare soprattutto con i figli, ma come si fare senza perdere il controllo e poi sentirsi in colpa, esagerare e magari alla lunga rovinare o compromettere il rapporto?

L’emozione della rabbia

La rabbia è una delle emozioni più presenti, in particolare la rabbia dei genitori nei confronti dei figli. Ci sono tantissime situazioni in cui il comportamento di tuo figlio o di tua figlia ti fa esplodere di rabbia e urlare, fino ad arrivare magari anche a non controllarti del tutto.

Dopo quei momenti, oltre a gestire la frustrazione, subentra il giudice interiore che ti condanna e ti dice che sei un pessimo genitore.

Perché ci arrabbiamo?

Per provare a smorzare un po’ questo giudice sia interno il primo punto sul quale mi voglio soffermare è il perché ci arrabbiamo.

Innanzi tutto è bene chiarire che arrabbiarci non fa di noi dei cattivi genitori. Non è vero che i bravi genitori non si arrabbiano o non esprimono la propria rabbia.

La rabbia innanzitutto è un’emozione e le emozioni hanno un loro diritto di cittadinanza dentro di noi. Non esprimere la tua rabbia non farebbe altro che accumulare tensione dentro di te che alimenterà poi l’esplosione in un momento successivo. L’esplosione di rabbia non è dovuta al fatto che tu esprimi la rabbia ma è dovuto al fatto che tu esprimi poco la rabbia.

La rabbia non è un’emozione negativa, non ci sono emozioni positive ed emozioni negative. Ci possono essere quelle più piacevoli quelle più spiacevoli, ma tutte hanno un significato e una loro utilità. Fuoriesce quando ci scontriamo con un ostacolo per i nostri obiettivi o i nostri desideri, quando sentiamo di non essere riconosciuti per il nostro valore e per i nostri sforzi, quando non ci sentiamo rispettati, quando sentiamo che qualcuno ha superato il confine, quando pensiamo che gli altri ci abbiamo fatto soffrire anche se avrebbero potuto fare diversamente.

La rabbia ha bisogno di essere riconosciuta e accettata. È un’emozione che si prova principalmente in quelle relazioni in cui siamo più coinvolti, con le persone alle quali vogliamo bene, alle quali siamo più legati, per le situazioni alle quali teniamo.

La relazione genitori figli è una relazione in cui al centro ci sono la cura, l’amore, l’interesse per l’alto, per il suo benessere. L’unico modo per non essere travolti e arrivare all’esplosione è imparare a riconoscere i momenti in cui siamo arrabbiati e accettarli. E trovare delle strategie per riuscire a esprimere la rabbia senza agire, ovvero senza che si trasformi in azioni.

I pensieri sono il ponte tra le emozioni e le azioni

Un principio psicologico universale è che i nostri pensieri sono il ponte tra le nostre emozioni e le nostre azioni. Se riusciamo a pensare alle nostre emozioni, riusciamo a evitare di esprimerle in un modo che può essere violento per noi o per gli altri.

Per questa ragione, imparare a riconoscere i segnali della rabbia ci permette di capire che ci stiamo arrabbiando e di accettare che questa è un’emozione.

Facciamo un esempio. Magari ti è capitato di arrabbiati con figlio o tua figlia e avere la convinzione che lui o lei avrebbe potuto fare diversamente e che l’ha fatto apposta a comportarsi in un determinato modo, nonostante gli avessi detto di non farlo.

Quando si entra in questo in questo meccanismo, si entra in un vero e proprio circolo vizioso dove la rabbia alimenta la rabbia. Il problema è che arriva il messaggio che il bambino sta sbagliando, si è comportato male, deve smettere di fare così perché è un bambino cattivo e deve chiedere scusa.

Questi sono tutti giudizi che vengono creati da te e rivolti a tuo figlio o tua figlia nell’idea – che però in realtà è un’idea fallimentare – che attraverso questi giudizi lui o lei possa capire e comportarsi in un modo diverso.

Insegnare anziché arrabbiarsi

Il problema è: come fa tuo figlio a comportarsi in un modo diverso se nessuno glielo insegna? e chi glielo deve insegnare?

La risposta è che sei tu che devi insegnare, sono i genitori che devono provare a trasmettere un modo di gestire l’emozione e di comportarsi diverso, che possa rompere il meccanismo senza cadere all’interno del circolo vizioso per cui la mia rabbia aumenta la mia amarezza e io la rovescio su di te, allora faccio sentirete amareggiato te per quello che hai fatto, tu vai sulla difensiva, ti senti attaccato e allora ti arrabbi e contrattacchi, ecc. ecc.

Partiamo da noi

Il trucco è ancora una volta partire partire da noi. Capire che cosa puoi fare tu, che strategie poi acquisire tu per gestire la tua rabbia, in modo tale che possa avere un effetto anche su tuo figlio, possa essere un esempio di come si gestiscono le emozioni.

Non sono cose particolarmente complicate in sé, ma sono magari un po’ complicate da mettere in parte perché è difficile modificare i propri comportamenti.

Tre suggerimenti per arrabbiarsi con i figli senza perdere il controllo

1. Prenditi del tempo

Il primo suggerimento è respirare, cioè darsi il tempo, darsi lo spazio, fare proprio un respiro, fare una pausa per evitare le risposte istintive. La rabbia si alimenta di risposte istintive, allora dobbiamo provare invece a lasciare che abbia il suo tempo per decantare. Semplicemente nel momento in cui bambino fa qualcosa che ti fa arrabbiare prenditi il tempo. Dì che ti stai proprio arrabbiando e ne parlerete tra un po’.

Questa cosa produce due risultati:

  • il primo è innanzitutto su di te. Ti dà la possibilità di calmarti, abbassare il livello di tensione e riuscire a ragionare in un modo più lucido, analizzare meglio la situazione e trovare delle strategie più efficaci per gestirla;
  • il secondo risultato è che stai mostrando a tuo figlio una strategia per gestire la rabbia, ovvero che quando io mi arrabbio non devo urlare all’altra persona, non devo essere reattivo, ma posso fare una pausa, accettare di esserlo senza per forza attaccare l’altro, darmi del tempo e quando questa cosa si calma allora ragionare a mente fredda. Il messaggio è che la rabbia è normale, la si può vivere e le relazioni si possono riparare.

2. Evita alcune cose

Evitare le minacce, evitare le punizioni, evitare il giudizio è un po’ legato al concetto di agire d’istinto e scaricare sull’altro la nostra rabbia. Riuscire a darsi il tempo di essere più lucidi permette di prendere delle decisioni migliori, a mente fredda, più ponderate e anche più condivise, in quanto si ha il tempo di aprire uno spazio di conversazione con tuo figlio.

3. Chiediti perché sei arrabbiato

Il terzo punto molto importante è quello di farsi una domanda: perché sono arrabbiato?

Farsi questa domanda è fondamentale perché alle volte noi proviamo un’emozione, la rabbia ad esempio, ma facciamo confusione su che cosa l’ha provocata. Magari esprimiamo la rabbia con nostro figlio, ma in realtà siamo arrabbiati per qualcos’altro, ma non abbiamo avuto modo di esprimerla in quella situazione.

In questi casi, una strategia molto semplice e molto efficace è semplicemente quella di dire che è stata una giornata difficile o che è un periodo faticoso, chiedere collaborazione e proporre di trascorrere del tempo insieme in maniera spensierata. Funziona molto quando i figli si sentono coinvolti in modo attivo ed è estremamente utile come intervento. Poi la ricompensa migliore è il tempo passato insieme.

In conclusione, è possibile gestire le emozioni e soprattutto le emozioni sono passeggere. Possono anche essere spiacevoli, ma passano, sempre. È fondamentale che i bambini capiscano, altrimenti si faranno l’idea che provare delle emozioni è una cosa brutta e pericolosa. Saranno magari in ansia quando proveranno delle emozioni e si alimenteranno quei circoli, prima all’interno del bambino e poi all’esterno.

Ascolta la puntata per capire meglio come arrabbiarsi con i figli senza perdere il controllo.

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Giovanni Aricò

Giovanni Aricò

Ho creato il percorso di parent training “Dalle Urla Agli Abbracci”. Ho lavorato per anni in trincea come educatore, a scuola e a domicilio. Oggi, come psicoterapeuta, mi occupo del benessere dei genitori, in modo che possano far fiorire i loro figli. Sono autore del podcast “Crescere Con Tuo Figlio”, attivo dal 2019. Vivo a Milano, ricevo in tutto il mondo grazie all’online.

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