Basta prenderlo in braccio, quando fa i capricci devi ignorarlo! Altrimenti lo vizi!
Quante volte ti sei sentita dire questa frase, magari da parenti o amici?
C’è questo falso mito che quando un bambino piange o fa i “capricci” vuol dire che vuole solo attenzione e che se gli dai attenzione lo vizi. Mentre la strada educativa corretta sarebbe ignorare i bambini. Così capiscono che non ci si comporta così!
Purtroppo questa visione è totalmente scorretta, ma molto popolare. Vediamo perché e cosa si può fare, invece.
Bisogna ignorare i capricci?
Molti consigliano di ignorare i bambini quando fanno i capricci, ma è sbagliato. Per capire il perché dobbiamo prima definire cosa sono i capricci. I capricci NON sono tentativi di farti impazzire o essere al centro dell’attenzione (o meglio, non al centro dell’attenzione come la intendono gli adulti.
I capricci sono esplosione di bisogni.
Come raccontavo anche nella puntata 154 del podcast, dietro ogni comportamento c’è una comunicazione di un bisogno. Tuo figlio cerca di comunicare i suoi bisogni con il suo linguaggio, che a volte non basta per spiegare a parole e quindi la sua comunciazione straborda nel comportamento.
Allora capisci che ignorare i capricci (cioè, i bisogni) serve solo a trasmettere un messaggio:
“I tuoi bisogni non sono importanti per me”
Come ti sentiresti tu, se chiedessi alla persona per te più importante una qualcosa di cui hai bisogno, ad esempio “Vai tu a far addormentare i bambini, io ho bisogno di riposarmi” e lui ti ignorasse? Ecco. Probabilmente ti sentiresti invisibile.
Questo non vuol dire che tu debba assecondare tutti i loro capricci. Vuol dire imparare a rispondere ai bisogni dietro ai capricci.
Una cosa è soddisfare tutti i comportamenti (richieste, pianti, scongiuri), altra cosa è mostrare loro che vedete i loro bisogni, che per voi sono reali, esistono. Non sempre potrai o dovrai soddisfarli, ma sempre devi far sentire tuo figlio una persona reale.
Anche perché a quel punto al bambino restano solo due possibilità: o alzare la voce, aumentando i capricci, oppure smettere di fare richieste e imparare che i loro bisogni non sono importanti, portandosi dietro questa lezione per tutta la vita. Il gioco vale la candela?
Come Anna e Luca hanno smesso di ignorare i capricci
Anna e Luca mi hanno contattato per il figlio di 3 anni che non sapevano più come tenere. Capricci infiniti che a fronte dei loro “no” diventano urla. La mamma aveva provato a prenderlo in braccio per calmarlo, a stare con lui ma i nonni le avevano detto che così lo viziava e basta, che non capiva che così non si fa.
Anche vari consigli su internet dicevano che era giusto ignorare i capricci per evitare di “rinforzarli”. Ci hanno provato, ma non ha funzionato. La risposta che si davano era “non sono capace, non riesco ad ignorare, deve essere colpa mia.”
Quello che abbiamo dovuto affrontare è però un falso mito: non devi ignorare i capricci, ma ignorare il “comportamento”.
Quello che abbiamo capito insieme è che pensare che l’indipendenza dei bambini, la loro crescita e maturazione arrivi dall’ignorare i loro bisogni è una visione completamente distorta.
Cioè che promuove l’indipendenza… è la dipendenza! Proprio il fatto di poter contare sul supporto e la comprensione dei propri genitori in quei momenti aiuta i bambini a farsi gli anticorpi, cioè a sentirsi sempre più sicuri e far propria quella sicureza anche per gli anni a venire.
Per approfondire questo argomento, con qualche esempio e suggerimento, ti invito ad ascoltare la puntata del podcast.
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