Perché tuo figlio non ti ascolta? Perché ti ritrovi a discutere per ogni cosa, ti ignora, non fa mai quello che gli chiedi?
Questa è una delle situazioni più comuni nei genitori che partecipano al mio percorso “Dalle Urla Agli Abbracci”. Mamme e papà che si sentono totalmente impotenti di fronte alle mancanze di rispetto dei figli e che si sentono costretti ad alzare la voce, minacciare e punire, anche se poi, alla fine, niente cambia.
In questo articolo vediamo di capire insieme perché tuo figlio non ti ascolta e cosa puoi iniziare a fare per sbloccare la situazione.
Cosa vuol dire “non ascoltare”
La prima cosa da capire è che il problema del “non ascoltare”… non è realmente un problema di “ascolto”. Mi spiego meglio.
Se tu chiedessi a tuo figlio o tua figlia “Vieni sul divano e guardiamo per 5 ore il tuo cartone preferito” o “Andiamo a prendere il gelato, puoi scegliere la dimensione e i gusti che vuoi, senza limiti”, pensi che i tuoi figli non ti ascolterebbero? Scommetto che invece scatterebbero subito, senza fare storie!
Perché, appunto, quando un genitore dice “mio figlio non ascolta” in realtà intende “mio figlio non obbedisce”. Ma sei sicuro di voler crescere un bambino che da adulto diventi obbediente, che faccia senza fiatare tutto quello che dicono gli altri, senza mai protestare? Vuoi davvero investire tutte le tue energie per insegnare questa competenza, la cieca obbedienza?
O forse vorresti che tuo figlio diventasse un adulto bravo a cooperare? A costruire relazioni nelle quali sia capace di collaborare?
Se la risposta è la prima (obbedienza) allora questo articolo non fa per te. Nel secondo caso (collaborazione), sei nel posto giusto.
Perché nel momento in cui incorniciamo il problema non più come “non ascolta” ma “c’è poca collaborazione” vediamo subito che il il problema non è più del bambino, come se gli mancasse la rotella dell’ascolto, ma della relazione. Noi, io genitore e tu figlio/a abbiamo un qualcosa che non sta funzionando nella nostra relazione.
Per risolvere i problemi di ascolto, in sostanza, devi migliorare la relazione con tuo figlio.
Come Veronica e Francesco hanno risolto il problema
Quando Veronica e Francesco mi hanno contattato per partecipare al percorso “Dalle Urla Agli Abbracci” la situazione a casa era molto tesa e disperata.
I loro due figli di 9 e 12 anni si rifiutavano di collaborare in qualsiasi cosa, dallo sparecchiare all’uscire il pomeriggio per fare una attività. Ogni cosa era fonte di scontro. Veronica e Francesco si sentivano impotenti e stanchi del continuo non ascoltare e delle mancanze di rispetto dei loro due figli, che non riconoscevano la loro autorità in nulla.
Francesco reagiva più sul versante della rabbia, alzando la voce, punendo, apostrofando i figli come “stronzi”. Questo alzava tantissimo il livello dello scontro. Veronica allora cercava di gettare acqua sul fuoco, assecondando ogni loro richiesta ma la conseguenza era la stessa: frustrazione, senso di impotenza, disperazione.
Ho proposto di lavorare loro su un’idea diversa, quella del Capitale di Relazione. In sostanza ho detto loro: “Immaginate la relazione con i vostri figli come un conto in banca. Ogni richiesta è un prelievo. Se continuate a prelevare senza mai versare, il conto va in rosso e non potete più usarlo. Questo accade quando “non ascolta”. Se invece riuscite a versare costantemente capita di relazione, le cose cambieranno”.
Come versare capitale di relazione? Relazione vuol dire aiutare i bambini a sentirsi visti, compresi e reali. Quando i bambini percepiscono le quello che provano e pensano è riconosciuto, non hanno motivi per mettere muri con i genitori. Ecco alcuni esempi per fare questo:
- Non fare del male: sembra banale ma evitare atteggiamenti aggressivi è fondamentale per dare un senso di protezione. Se diventi la minaccia da cui deve difendersi, addio relazione!
- Riparare: dopo ogni conflitto, dedica del tempo a riparare la relazione. Chiedere scusa, chiarirsi, accogliere le emozioni del bambino. Ne ho parlato anche qui.
- Curiosità: mostra interesse genuino per le cose che piacciono a tuo figlio.
- Ascolto: se ti senti ascoltato è più probabile che ascolterai
- Offrire conforto
- Tempo speciale: dedica almeno 10 minuti al giorno per fare una attività piacevole con tuo figlio.
Queste sono alcune idee, poi nel percorso “Dalle Urla Agli Abbracci” ho inserito decine di idee pratiche per coltivare la relazione e quindi fare “investimenti” oculati.
Che effetto ha avuto questo lavoro con Veronica e Francesco?
Beh, la situazione è radicalmente cambiata. Ora gli scontri sono ridotti all’osso e i due genitori hanno riscoperto la relazione con i figli. L’ascolto è diventato una naturale conseguenza!
L’altro giorno Francesco mi raccontava che per la prima volta dopo ANNI il figlio piccolo gli ha chiesto se poteva dormire con lui e hanno condiviso un momento di tenerezza che lo ha commosso. Si sentiva al settimo cielo!
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